Uno specchio caldo è uno specchio dielettrico specializzato, un filtro dicroico, spesso impiegato per proteggere i sistemi ottici riflettendo la luce a infrarossi in una fonte di luce, consentendo al contempo la luce visibile. Gli specchi caldi possono essere progettati per essere inseriti nel sistema ottico con un angolo di incidenza che varia tra zero e 45 gradi e sono utili in una varietà di applicazioni in cui l'accumulo di calore dei rifiuti può danneggiare i componenti o influire negativamente sulle caratteristiche spettrali della fonte di illuminazione. Le lunghezze d'onda riflesse da uno specchio caldo a infrarossi vanno da circa 750 a 1250 nanometri. Trasmettendo lunghezze d'onda di luce visibili mentre riflettono l'infrarosso, gli specchi caldi possono anche fungere da splitter di raggio dicromatico per applicazioni specializzate nella microscopia a fluorescenza o nel tracciamento degli occhi ottici.
Alcune prime fotocamere digitali progettate per la cattura della luce visibile, erano insolitamente sensibili alle radiazioni a infrarossi e tendevano a produrre colori contaminati da infrarossi. Ciò è stato particolarmente problematico con le scene che contenevano forti fonti di infrarossi, come gli incendi, sebbene l'effetto potesse essere moderato inserendo un filtro a specchio caldo fotografico nel percorso di imaging. Al contrario, queste telecamere potrebbero essere utilizzate per la fotografia a infrarossi inserendo un filtro a specchio freddo, più comunemente noto come filtro a infrarossi, nel percorso di imaging, più comunemente montando il filtro sulla parte anteriore della lente.
Le nuove lampadine a incandescenza incorporano specchi caldi, aumentando l'efficienza reindirizzando le frequenze a infrarossi indesiderate al filamento.